Melandri: “Sfidare Rossi era difficile, se lo facevi diventavi il cattivo“
Da bambini sognavano di diventare campioni del mondo, magari di sfidarsi nel Motomondiale. VALENTINO ROSSI e Marco Melandri si conoscono fin dall’infanzia e hanno condiviso per alcuni anni la stessa strada. Nel 2005 e nel 2006, i due si sono dati battaglia in pista, mettendo in mostra bei duelli. Anche così ha preso corpo una rivalità, che, però, non è stata vissuta piacevolmente dal ravennate, come ha raccontato a Ri-Vale, documentario di Dazn realizzato con le testimonianze di chi ha incrociato le sue traiettorie con il nove volte iridato.
TRATTAMENTO DIVERSO
— Marco, infatti, ammette di non aver mai amato alcuni atteggiamenti di Valentino e la percezione di questi modi di fare dall’esterno: “Rossi ti attaccava psicologicamente. Il problema era che finché lo faceva lui era una dote, mentre, quando lo attaccavi tu, diventavi automaticamente il personaggio cattivo”. Prosegue Melandri: “Era difficile correre contro di lui perché per qualsiasi cosa facesse di sbagliato Valentino c’era sempre un motivo buono per giustificarlo. Al contrario, chi lo sfidava o faceva qualcosa fuori dalle righe era sempre attaccato e messo in croce”. Un punto di vista non lontano dalle recenti dichiarazioni di CASEY STONER .
PESO
— Secondo Melandri, il dualismo con Rossi ha una motivazione ben precisa: “In quel periodo storico c’era bisogno di una grande rivalità. C’erano due italiani e così hanno fatto in modo che tutto si accendesse in anticipo. Perciò entrambi siamo stati sfruttati facilmente”. Questa sfida si è rivelata difficile da gestire per Marco ben prima dell’approdo in MotoGP, quando si metteva in mostra nelle categorie inferiori, con il titolo in 250 come apice: “Non ho mai digerito il fatto di essere stato messo a confronto con Valentino. È stato un peso, qualcosa che non cercavo perché sono molto diverso da lui”.